Comitato Nazionale

Opere in Mostra

pio II

Antonella Cappuccio, Pio II Piccolomini, bulino, 31,5x24,5 cm, 2005

mario antoni puppo

Mario Antonio Puppo, Enea Silvio Piccolomini parte per il Concilio di Basilea, bulino, 33x21 cm, 2005

roberto venturoni

Roberto Venturoni, Enea Silvio ambasciatore alla corte di Scozia, acquaforte e acquatinta, 31,5x24,5 cm, 2005

mei chen tseng

Mei Chen Tseng, Enea Silvio incoronato poeta dall’imperatore Federico III, xilografia, 32x25 cm, 2005

anna brodoni

Anna Brodoni, Enea Silvio fa atto di sottomissione a Eugenio IV, acquaforte, acquatinta e puntasecca, 31,5x24,5 cm, 2005

ernesto nino palleschi

Ernesto Nino Palleschi, Enea Silvio, vescovo di Siena, presenta all’imperatore Federico III la sua futura sposa Eleonora d’Aragona, acquaforte e acquatinta, 31,5x24,5 cm, 2005

giorgio bartoli

Giorgio Bartoli, Enea Silvio riceve il cappello cardinalizio, acquaforte e acquatinta, 31,5x24,5 cm, 2005

tilde malafede

Tilde Malafede, Pio II, incoronato pontefice, entra in Laterano, acquaforte, 32x24,5 cm, 2005

franco durelli

Franco Durelli, Pio II convoca una Dieta di principi a Mantova per bandire la crociata contro i Turchi,
acquaforte in ceramolle, 32x24,5 cm, 2005

tatiana malatskaia

Tatiana Maletskaia, Pio II canonizza Santa Caterina da Siena, acquaforte e puntasecca, 32x24,5 cm, 2005

giovanni di carpegna falconieri

Giovanni di Carpegna Falconieri, Pio II giunge ad Ancona per iniziare la crociata, xilografia su linoleum, 33x25 cm, 2005

irio ottavio fantini

Irio Ottavio Fantini, Il cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, incisione, 31,5x24,5 cm, 2005

tito

Tito, Pio III Tedeschini Piccolomini acquaforte e acquatinta, 31,5x24,5 cm, 2005

 

Convegno Roma 2005

Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Dipartimento per i Beni Archivistici e Librari - Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali

COMITATO NAZIONALE
RENASCENTES ARTES
AENEA SILVIO PICCOLOMINI PIO
SECUNDO PONTIFICE

LA LIBRERIA PICCOLOMINI ATTRAVERSO LE INCISIONI
Una rilettura contemporanea

a cura di Arianna Antoniutti

Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro - Roma
29 settembre –1 ottobre 2005

Accademia Raffaello di Urbino
14-29 ottobre

l’Istituto Svizzero di Roma
4-11 novembre

A Siena nel 1492, per volontà del cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, futuro Pio III, ebbero inizio i lavori di costruzione di un’aula rettangolare annessa al Duomo, in corrispondenza della sua navata sinistra ed in sostituzione dell’antica canonica. La Libreria Piccolomini era destinata ad ospitare, secondo le intenzioni del committente, i preziosi codici miniati posseduti da Pio II che, durante il proprio pontificato, aveva fatto giungere a Roma numerosi copisti e miniaturisti componendo, secondo le parole di Ruysschaert «une collection personnelle de manuscrits».
In considerazione del pregio dei volumi che la Libreria avrebbe ospitato, il Todeschini Piccolomini, nipote di Pio II, volle il compimento di un’opera pregevole, sia architettonicamente sia per decorazione pittorica; terminato l’edificio, ne affidò l’esecuzione ad affresco al Pinturicchio, ben noto per talento esecutivo ed estro della composizione.
Le dieci «istorie» della Libreria illustrano, seguendo la maniera dell’artista umbro, dall’eleganza formale prossima alla decorazione miniata, altrettanti episodi della vita del pontefice Piccolomini. Divisa concettualmente in due momenti, l’uno antecedente, l’altro successivo alla sua elezione al soglio di Pietro, l’esistenza di Pio II volutamente suggerisce, nella sua perfetta dicotomia, l’equilibrio fra il dotto umanista e il solenne pontefice.
Utilizzando l’incisione, sempre meno frequentata e indagata dall’esperienza artistica contemporanea, gli affreschi del Pinturicchio sono ora riproposti nell’esposizione La Libreria Piccolomini attraverso le incisioni. Dieci artisti hanno piegato la propria tecnica in varie declinazioni esecutive: acquaforte, acquatinta, puntasecca, bulino, ceramolle.
Ai dieci episodi della biografia piccolominea si è desiderato aggiungere tre incisioni che, idealmente aprono e delimitano l’esposizione. Al volto di Pio II, esemplificato su di un busto marmoreo conservato presso i Musei Vaticani, si oppone in chiusura l’effige di Pio III, raffigurato cardinale, al tempo della committenza della Libreria, e successivamente pontefice, come fu brevemente, per appena ventisette giorni, nel 1503.
Nella sua mutevole varietà di stilemi e metodologie, la serie di incisioni dall’ispirazione pinturicchiesca origina un moderno ciclo celebrativo, non unitario ed omogeneo come era lo spirito dell’originale, ma volutamente frammentato e diseguale, frantumando e rielaborando, attraverso un inquieto sguardo contemporaneo, l’immota «perfectione» rinascimentale.
La mostra sarà successivamente ospitata presso l’Accademia Raffaello di Urbino (14-29 ottobre) e presso l’Istituto Svizzero di Roma (4-11 novembre)

Continuità umanistica della «Traditio Ecclesiae».
Incisioni contemporanee chiosano affreschi di Pinturicchio

Mimesi della mimesi. Un’affermazione platonica a discredito dell’arte figurativa che parrebbe congrua per definire una mostra di incisioni contemporanee volta a rifigurare il contenuto degli affreschi realizzati da Pinturicchio per la Libreria Piccolomini. Ma al concetto di imitazione va coniugato quello di interpretazione. Rinnovate intuizioni estetiche ripropongono allora l’antico ardore culturale che dagli studia humanitatis condusse alla rinascenza italiana. Per quanto il neoplatonismo potesse entusiasmare gli umanisti, il realismo aveva ormai fatto breccia, così che si produssero manufatti di profonda ispirazione cristiana e di originali forme artistiche.
La rivisitazione con il linguaggio contemporaneo degli esordi rinascimentali, prendendo ad esemplare la Libreria Piccolomini, permette di correlare il presente al passato nel convincimento che historia magistra vitae e che Ecclesia semper reformanda. Artefici e artifici diventano, dunque, segno eloquente del genio umano e della bellezza artistica in termini di estetica teologica e di antropologia cristiana. Emerge un’opera di trasfigurazione che espone i fasti di una natura ricreata dal genio artistico e dalla grazia spirituale, oltre che dalla missione ecclesiale e dalla santità personale. Attraverso le res gestae del mecenatismo pontificio s’evidenzia il progressivo compiersi dell’eventum salutis. Come l’utopia rinascimentale della renovatio Urbis et orbis trova preludio nell’umanesimo cristiano di Pio II, così l’utopia contemporanea del superamento postmoderno è propugnata dal ministero petrino.
Pontefice preclaro, Pio II scruta le rationes seminales della sapienza classica attraverso la «cultura del libro», così da unire studi approfonditi ad erudite riflessioni. La sua epopea di umanista e di pontefice è egregiamente raccontata dal Pinturicchio negli affreschi della Libreria Piccolomini. Dovuta alla committenza del Cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, futuro Pio III, la Libreria costituisce un manifesto della cultura rinascimentale in ordine alla visione della storia, alla missione della Chiesa, al senso della cultura, alla natura della biblioteca, alla finalità del libro.
Già nel medioevo e successivamente nel rinascimento, le biblioteche ecclesiastiche assumono un’aura sacrale che viene confermata dall’attuale magistero. Esse, infatti, «non sono il tempio di uno sterile sapere, ma il luogo privilegiato della vera sapienza che narra la storia dell’uomo, gloria del Dio vivente, attraverso la fatica di quanti hanno cercato nei frammenti del creato e nell’intimo degli animi l’impronta della divina sostanza».1
Il ciclo iconografico della Libreria Piccolomini non è riducibile ad encomiasmo e tanto meno a decorazione. Presenta, sia il valore della biblioteca, sia quello del libro. La biblioteca è luogo di sintesi, in cui si mostra che il mondo è conoscibile dall’uomo e che la rivelazione è offerta all’uomo. Il libro è frutto dell’investigazione per approdare alla sapienza, disapprovando l’idolatria. Sapienza che va conservata e donata all’insegna della «prudenza»: virtù di primaria importanza nella visione tomista, assai influente sulla mens ecclesiale.

Carlo Chenis
Segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa

La Libreria Piccolomini attraverso le incisioni

Nel 1771 gli affreschi della Libreria Piccolomini furono rielaborati dall’incisore Raimondo Faucci attraverso una serie di dieci acqueforti ritoccate a bulino, la cui l’iscrizione sul margine inferiore del basamento, attestante Raffaello come inventor della scena, manifesta il perdurare della testimonianza vasariana. Ancora una volta utilizzando l’incisione, sempre meno frequentata e indagata dall’esperienza artistica contemporanea, gli affreschi del Pinturicchio sono ora riproposti nell’esposizione La Libreria Piccolomini attraverso le incisioni. Dieci artisti hanno piegato la propria tecnica in varie declinazioni esecutive: acquaforte, acquatinta, puntasecca, bulino, ceramolle. Ampi spazi sono stati concessi alla rielaborazione: alcuni fra gli incisori hanno scelto di rappresentare, con puntuale perizia, la ricchezza architettonica e la decorazione sovrabbondante della Libreria, specie nella minuzia delle grottesche; altri hanno accostato al puro rifacimento un maggiore margine inventivo, isolando e ricreando dell’affresco un singolo frammento, oppure donando alla scena elementi desunti dalla propria poetica personale.
L’inconsueta rilettura del Cinquecento pittorico permette un’estesa selezione di tecniche calcografiche, ciascuna con le proprie nette caratteristiche ed i propri esiti, specifici e ben definiti. Al segno dell’acquaforte, le cui campiture nette sono spesso sfumate dall’acquatinta, si contrappone la ceramolle, dagli effetti chiaroscurali simili al tratto del carboncino. La durezza del bulino è accostata alla duttilità della puntasecca, le cui barbe, schiacciate dalla pressa, consentono l’ottenimento di una gamma di sfumature dalla singolare resa pittorica. Ed ancora la xilografia, unico metodo non calcografico fra quelli qui proposti, offre una nitida contrapposizione di pieni e vuoti, di luce e oscurità, con consistenti effetti di pathos.
Ai dieci episodi della biografia piccolominea si è desiderato aggiungere tre incisioni che, idealmente aprono e delimitano l’esposizione. Al volto di Pio II, esemplificato su di un busto marmoreo conservato presso i Musei Vaticani, si oppone in chiusura l’effige di Pio III, raffigurato cardinale, al tempo della committenza della Libreria, e successivamente pontefice, come fu brevemente, per appena ventisette giorni, nel 1503.
Nella sua mutevole varietà di stilemi e metodologie, la serie di incisioni dall’ispirazione pinturicchiesca origina un moderno ciclo celebrativo, non unitario ed omogeneo come era lo spirito dell’originale, ma volutamente frammentato e diseguale, frantumando e rielaborando, attraverso un inquieto sguardo contemporaneo, l’immota «perfectione» rinascimentale.

Arianna Antoniutti